Assemblea 2016

Sintesi dell’intervento dell’avvocato Iacoviello

Porgo un saluto a tutti i partecipanti e un ringraziamento all’Associazione Pensionati per l’invito e per la squisita ospitalità.

Abbiamo avviato un’azione collettiva in tutt’Italia contro il blocco della perequazione introdotto dalla legge Fornero per gli anni 2012 e 2013, che è stato dichiarato illegittimo dalla Corte Costituzionale con la sentenza numero 70 del 30 aprile 2015.

Cos’è in concreto il blocco della perequazione per i due anni 2012 – 13 ?

Apparentemente sembrerebbe una parentesi momentanea, un sacrificio temporaneo che poi viene superato dall’anno successivo. Invece non è affatto così, poiché quello che è stato tolto non viene mai più restituito per tutta la vita del pensionato, ed anzi passa anche alla pensione di reversibilità.

Il blocco della perequazione di quei due anni vale molto, mediamente il 5% della pensione, che viene tolto per sempre.

Ad aggravare le cose va ricordato che non si tratta del primo blocco, perché periodicamente il governo cerca di fare cassa in modo facile a spese dei pensionati.

Il primo blocco avvenne nei tre anni dal 1998 al 2000, il secondo blocco avvenne nel 2008, il terzo blocco negli anni 2012 - 13, e così via. Si tratta del modo più facile per fare un taglio della spesa pubblica.

Dal 1998 ad oggi questi blocchi valgono addirittura il 14% della pensione dei pensionati interessati.

Un anno fa la Corte Costituzionale dichiarò illegittimo questo ennesimo blocco disposto dalla legge Fornero.

Purtroppo subito dopo la sentenza il Governo ha emanato un decreto-legge per aggirarla.

Con questo decreto vengono date delle somme irrisorie a una certa fascia di pensionati e addirittura non viene dato letteralmente nulla ai pensionati di fascia medio-alta.

Si tratta di un decreto chiaramente incostituzionale e sono già numerosi i giudici che lo hanno denunciato alla Corte Costituzionale.

Abbiamo avviato un’azione collettiva in tutti i tribunali d’Italia, che ha raccolto un numero di adesioni impensabile, di alcune migliaia di pensionati, coordinati dalle loro Associazioni dei pensionati.

Va a merito della vostra Associazione della Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo di aver raccolto un numero di adesioni fra i più alti in Italia, insieme al Banco di Napoli e alla Cassa di Risparmio di Firenze.

Abbiamo già depositato i ricorsi a Padova e Rovigo, dove a breve discuteremo le cause.

Per poter andare a discutere in Corte Costituzionale occorre prima passare da un giudice ordinario che deve fare da filtro e valutare se la eccezione è seria e merita di essere trasmessa alla Corte.

Sono già cinque i giudici che hanno che hanno trasmesso le cause alla Corte Costituzionale.

Cosa farà il Governo di fronte a questa marea di ricorsi? Il timore più fondato è che il governo, se perderà in Corte Costituzionale, cercherà di pagare solo chi ha fatto causa, lasciando fuori tutti gli altri perché il loro diritto nel frattempo sarebbe scaduto.

Qui è bene essere chiari.

Le sentenze della Corte Costituzionale valgono nei confronti di tutti, purché nel frattempo il diritto non si sia estinto per la prescrizione o per la decadenza.

Per fare un esempio pratico, qualche mese fa la Corte Costituzionale ha dichiarato illegittima quella norma del governo Monti che aveva bloccato la possibilità di convertire le lire in euro, ma di quella sentenza potranno giovarsi solo coloro che avevano interrotto la prescrizione. In questo modo il Governo ha risparmiato 5 miliardi di euro.

Veniamo ora alla seconda importante questione di cui parleremo oggi: il progetto di Intesa Sanpaolo di fondere tutti i fondi pensione in un solo Fondo di gruppo.

Si tratta di un progetto che la Banca coltiva dal 2013 e che è molto pericoloso per i pensionati.

Se tutti i fondi dovessero confluire in un solo maxi Fondo la Banca cercherebbe di sottrarsi alla sua obbligazione solidale verso i pensionati, in modo da poter stornare dal suo bilancio quanto finora accantonato.

Inoltre i Fondi pensione sarebbero gestiti in pratica solo dei sindacati, poiché le elezioni dei consiglieri di amministrazione avverrebbero solo su base nazionale e non più per singole banche, e per i pensionati sarebbe molto difficile organizzare delle liste nazionali.

Infine, come già avvenuto per il Fondo Sanitario del Gruppo Intesa, le modifiche ai regolamenti e agli statuti sarebbero contrattate solo fra la Banca ed i sindacati, con esclusione dei pensionati.

Questo tentativo deve essere contrastato dai pensionati tenendo conto che occorre un referendum per deliberare la fusione fra i Fondi, e non basta l’accordo sindacale. Abbiamo già vinto queste cause a Milano e Firenze.

E' bene quindi che i pensionati rimangono uniti nella loro associazione per continuare a difendere i loro diritti che oggi sono sempre minacciati e sottoposti a continui attacchi da parte del Governo e delle Banche (purtroppo spesso con l’appoggio dei sindacati).

Seguite tutte gli aggiornamenti consultando il sito dello studio www.iacoviello.it

Ringrazio tutti per l’attenzione e la partecipazione.



Padova, 18/05/2016

avv. Michele Iacoviello